Un paese con una storia di oltre 10 mila anni, sede del favoloso impero incaico.
Una delle nazioni dalla diversità biologica più ricca del mondo per cui si può passare dal deserto alle montagne alla foresta in un battito d’ali.
Un arcobaleno di suoni, sapori e colori che si manifestano in più di 50 lingue autoctone, in migliaia di danze e in strumenti musicali antichi di cui se ne apprezza il suono in grandi feste e processioni. Una destinazione che ne racchiude infinite. La casa di milioni di persone che ti aspettano a braccia aperte.
COSA VEDERE IN PERU'
Grande quattro volte l'Italia, il Peru' ha una superficie di 1.285.215 kmq. Confina a Nord con la Colombia e l'Ecuador, a est con il Brasile, a sud con la Bolivia ed il Cile, mentre a ovest si affaccia sul Pacifico. E' esteso da nord a sud per 2000 km e da ovest a est er 6768 km. Terra di vulcani, il Peru' e' a cavallo della Cadena del Fuego, il fiume di fuoco sotterraneo che percorre da nord a sud tutto il Sud America.
Il territorio puo' essere suddiviso in 3 distinte zone con contrasti molto profondi:
1) LA COSTA Zona pianeggiante desertica parallela al mare che corre da nord a sud del paese intervallata da valli formatisi dai fiumi che scendono dai pendii delle Ande. Questa zona copre l’8% del territorio del Paese e comprende località di grande interesse storico, paesaggistico-naturale come:Chiclayo, Kuelap, Trujillo, Sipan e Huaraz a nord; Paracas, Isole Ballestas, Ica, Nazca e le linee di Nazca a sud.
2) ALTIPIANI ANDINI Copre il 27% del territorio peruviano e consta di ben 35 vette sopra i 6000 mt.di altitudine,tra cui la cordigliera bianca. Più a sud il Canyon del Colcauno dei più profondi canion al mondo. Questa zona è sede dei centri turistici e archeologici del Perù più importanti : Cuzco; Machu Picchu; Arequipa-Canyon del Colca; Lago Titicaca, uno del laghi navigabili più alti al mondo.
3) FORESTA AMAZZONICA Pochi sanno che la foresta amazzonica ricopre il 65% del territorio del Peru' e altrettanto in pochi sanno che una delle migliori porte di accesso per raggiungerla e visitarla e' Cuzco. Bastano solo 50 min. di volo per apprezzare appieno lo straordinario cambio di paesaggio e di clima.
LE PRINCIPALI LOCALITA'
LIMA Un'estensione di oltre 70 kmq e piu' di 7 milioni di abitanti, distribuiti in una trentina di quartieri, con volti indi, meticci, asiatici, negri, bianchi che si mescolano senza sforzo in questa capitale dove modernissimi grattacieli si alternano alle dimore coloniali, ai palazzi ottocenteschi, alle casupole di fango: questa e' Lima. E' la prima tappa di uno straordinario viaggio in Perù in quanto questa città riunisce in sé tutti i volti di un paese che ha le caratteristiche di un continente intero. Visitare Lima non significa solo entrare nello straordinario Museo Nazionale di Antropologia e Archeologia, dove 100 mila oggetti testimoniano la storia millenaria del Perù, o guardare gli abbaglianti gioielli del Museo dell'Oro, salvati dalla rapina dei conquistadores o, ancora, sorridere davanti alla raccolta di vasi erotici del Museo Larco Herrera. Visitare Lima significa anche camminare in mezzo ad una folla che vive tra Plaza deArmas e Plaza San Martin, significa spendere un po’ del proprio tempo sugli incredibili colectivos, per spostarsi da un punto all'altro della città, significa passeggiare lungo i viali alberati di San Isidro, significa fermarsi a parlare coi lustrascarpe di Plaza San Martin, significa guardare in faccia la Cholita che vende le sigarette all'angolo della strada. Non bisogna perdere lo straordinario spettacolo offerto da questa capitale che il 18 gennaio del 1535 Francisco Bizzarro fondò battezzandola come Ciudad de los Reyes, per dedicarla ai Re Magi. I doni che Lima può offrire sono molti, occorre saperli riconoscere e accettare, solo allora si può partire per altre mete.
CUZCO Situata a 3.400 mt di altezza s.l.m., con un clima secco e abbastanza fresco, è punto di partenza per la scoperta di Machu Picchu. Denominata Capitale Archeologica d'America, Cuzco che in lingua quequa significa "Ombelico del Mondo", antica capitale dell'impero inca, dove si fondono in perfetta sintesi la civiltà Inca con le forme coloniali spagnole. Camminare oggi per le strade di Cuzco, significa appunto muoversi in uno scenario architettonico che segna il punto di contatto tra il Vecchio e il Nuovo Mondo: spetta al visitatore scoprire e riconoscere i mille confini tra la severa geometria incaica e la calda influenza dell'architettura mediterranea. Confini e commistioni che hanno creato l'irresistibile fascino di questa città unica al mondo. Racchiuso nel Parco Archeologico di Sacsayhuamandi di ben 3.000 ettari, presenta numerosissimi monumenti da visitare a cominciare dalle imponenti rovine della fortezza di Sacsayhuaman, a pochi minuti dal centro della città, che con le sue tre cerchia di mura ciclopiche che si stendono a zig-zag, sul pendio della montagna, offre un'immagine eloquente della potenza dell' architettura arcaica; per continuare con Plaza desArmas e la bellissima cattedrale.
MACHU PICCHU Denominata la città perduta degli Incas, è la capitale archeologica di tutto il Sudamerica. Le sue immagini sono note in tutto il mondo ma in realtà nessuno è riuscito finora a spiegare chiaramente che cosa sia Machu Picchu. L'Archeologo americano Hiram Bingham,che nel 1911 la scoprì seguendo le indicazioni fornite dagli indios della zona, sostenne che si trattava della città dove si sarebbero rifugiati i resti dell'esercito incaico e gruppi di popolazione scampata alla guerra; la città si sarebbe poi spenta per l'abbandono degli abitanti quando i pochi terreni disponibili non furono più in grado di fornire gli alimenti necessari. Altri ricercatori, basandosi sul fatto che la maggioranza delle scarse mummie ritrovate sono femminili, hanno avanzato l'ipotesi che Machu Picchu sia stato l'ultimo rifugio delle Vergini del Sole, fuggite dal Tempio di Cuzco all' arrivo degli spagnoli. Oggi queste teorie non appagano più gli studiosi che, comunque, non sono riusciti a trovarne di più soddisfacenti. Muovendosi tra le ripide scale di pietra e sugli stretti sentieri che portano tra terrazzi, torri, muraglie,celle, stanze, canaletti e vasche, le guide turistiche parlano di templi, recinti sacri e indicano il quartiere dei sacerdoti, degli artigiani, degli agricoltori. Ma ogni definizione è basata più sulla fantasia che sui dati di fatto e il mistero di questa città rimane intatto. Probabilmente non sapremo mai che cosa fu questa città per gli Incas, perchè fu abbandonata senza che ci siano tracce di distruzione o di incendi, perché la sua necropoli accoglieva così poche mummie, perchè non vi è stato praticamente trovato alcun oggetto, perchè il ricordo della sua esistenza fu rapidamente cancellato dalla memoria degli uomini. La città è adagiata su un pianoro, forse artificiale del Vecchio Picco (Machu Picchu) e gli edifici si estendono su 5 kmq dominati dall'aguzza vetta del Picco Giovane (Huayana Picchu) che raggiunge i 3.000 mt. Settecento metri sotto la città, in fondo allo strapiombo, si snoda il Rio Urubamba. La suggestione del luogo è talmente forte che difficilmente il visitatore si rende conto che a Machu Picchu non c'è una statua, un bassorilievo, un capitello scolpito . Niente che possa dirsi veramente bello in sé stesso. La bellezza è creata dall'insieme dell' impianto urbanistico e dal suo inserimento nello scenario naturale. Il centro è situato a 2.350 mt di altezza s.l.m., zona sub-tropicale, clima caldo umido con piogge da novembre a marzo. Le notti sono fresche.
MACHU PICCHU E LA STRADA INCA Scriveva Alexander Von Umboldt nel suo libro Vistas de la Naturaleza. "Nessuna delle strade romane che ho visto in Italia, in Francia o in Spagna, mi sembrarono più impressionanti di questa costruzione degli antichi peruviani. Eppure la strada degli Inca è ancora più straordinaria perchè secondo i miei calcoli barometrici, si trova ad una altezza di 4.040 mt s.l.m." Il modo più impressionante per conoscere la Città Perduta degli Incas è arrivarci a piedi nella stessa forma che usavano gli Incas, percorrendo lo splendido sentiero di pietre, scale e gallerie attraverso strade ad altitudini che sembrano essere più vicine al cielo che al fondo della gola dell'Urubamba. Questa strada reale di 43 km è interrotta da impressionanti cittadelle Inca che dominano il paesaggio. Raggiungendo le vette si scoprono panorami di cime innevate; scendendo alla "ceja de selva" (zona di confine tra le Ande e la selva), sembra invece d'entrare in una galleria di verde, tanta è l'abbondanza della flora tropicale. Quando si raggiunge l'ultima scala di pietra all'Inti Punko, appare davanti agli occhi il capolavoro dell'Impero Inca: Machu Picchu. La città perduta non è soltanto il gioiello dell'architettura inca, è molto di più: è la sintesi perfetta dell'opera dell'uomo in armonia con la natura, una cittadella costruita su di un piccolo cocuzzolo che si affaccia su un tumultuoso fiume circondato dal verde intenso della ripide montagne della Ceja de selva. Non è possibile immaginare uno scenario più adatto al culto degli dei. La strada Inca ci permette di visitare Cuzco e i suoi principali monumenti: Sacsayuaman, Coricancha ed i mercatiartigianali di Pisac e Chinchero.
AREQUIPA Situata a 2.330 mt di altezza s.l.m, ai piedi del Vulcano Misti (5.600 mt), dai cui ghiacciai eterni nasce il poderoso Fiume delle Amazzoni, è denominata la "Città Bianca" per i suoi edifici in pietra da costruzione o lava. Fondata nel 1530 è la meta ideale di partenza per l’escursione al Canyon del Colca. La città è un vero gioiello di architettura coloniale la cui attrazione principale é il Monastero di Santa Catalina. L'artigianato locale è ottimo, così come ottimo è il rapporto qualità-prezzo. Si consiglia l'acquisto di prodotti in pelle e in lana di Alpaca.
LAGO TITICACA E' il lago navigabile più alto del mondo, (3.812 mt. s.l.m.), che il confine con la Bolivia taglia in 2 parti lasciandone la più grande al Perù. Gli abitanti sono gli ultimi discendenti degli "Uros" che nè le antiche popolazioni Aymara nè gli Incas vollero o seppero incanalare nel vasto flusso della storia pre-colombiana. Così gli Uros furono isolati e respinti fin dentro il grande lago, sulle isole galleggianti formate da brandelli di canneti (totora), che il movimento delle acque ha strappato dal fondo. Sulle più grandi di queste strane isole pavimentate di canne secche vivono famiglie di pescatori in capanne anch'esse di canne; e di canne sono le piccole imbarcazioni con le quali la gente si sposta per pescare o raccogliere canne da usare per riparare le isole a mano a mano che gli stati inferiori imputridiscono nell'acqua salmastra del lago. Praticamente la vita degli Uros si svolge tutta in questo mondo fluttuante che nel visitatore accentua la sensazione di trovarsi davanti al relitto di un naufragio culturale. Le suggestioni del Titicaca sono molte e vecchie di secoli, forse di millenni. Dalle sue acque, narrava un'antichissima leggenda, uscì Viracocha il dio invisibile creatore dell' universo al quale anche Inti, il sole, doveva sottostare. Forse dietro al linguaggio del mito si nasconde il fatto che proprio intorno al Titicaca sorsero le prime forme di civiltà della Sierra che successivamente produssero la cultura detta di Tiahuanaco. Un primato cronologico e culturale che gli Incas dovettero accettare e assorbire quando, partiti da Cuzco, estesero il loro dominio sulle genti di lingua Aymara dell'area del Titicaca e poi sulla costellazione di altri popoli che entrarono a far parte dell'impero. Secondo la mitologia incaica, i figli del sole, Manco Capac e Mama Ocllo emersero dalle profonde acque del lago per fondare l'Impero. Con le sue alte vette innevate sulle lontane sponde, il vasto lago azzurro è uno degli spettacoli più sconvolgenti delle Ande. Il lago di 81 ettari, si trova su di un altopiano che si sviluppa per centinaia di km tra Bolivia e Perù, e dove ancora regna la cultura indigena. Nelle pianure abbondano greggi di lama e alpaca, la cui lana viene usata dalle donne per confezionare colorati abiti che vengono venduti nei mercati di Puno e Juliaca. Gli uomini usano ancora la totora per fabbricare le zattere. Il folklore regionale è una delle espressioni più ricche dell'arte popolare peruviana. Gli abitanti di Taquile fabbricano eleganti stoffe che vendono nell'isola stessa ed offrono ospitalità ai visitatori nelle proprie case. I paesi vicini al lago posseggono tesori di architettura coloniale come le chiese scolpite in pietra da Juli e Pomata; Tra Puno e Juliaca si trovano le "Chulpas "di Sillustani (grandi torri di pietra). Prima di visitare Titicaca si necessita di un breve periodo di ambientamento e nei primi giorni non si devono fare sforzi. I mesi migliori per la visita sono da aprile a settembre, negli altri mesi è facile trovare la pioggia. Escursione termica molto forte; caldo di giorno, freddo di notte.
TRUJILLO Sulla costa, a 556 km a nord di Lima è stata fondata da Pizarro in ricordo della sua città natale. E’ la terza città del Perù per numero di abitanti e ancora oggi conserva diverse testimonianze dell'epoca coloniale, da ricordare in modo particolare la Cattedrale e diversi palazzi che si affacciano su Plaza de Armas. La vera attrattiva di Trujillo sono le imponenti rovine dell'antica Chan Chan, alla periferia della città moderna. Chan Chan fu la capitale del regno Chimù che, tra il XII e il XV secolo estese il suo dominio dai confini dell'Ecuador fin quasi alle porte di Lima, un regno che i conquistadores spagnoli trovarono ormai sottomesso agli Incas. Chan Chan ebbe 200-250 mila abitanti e quello che oggi rimane di tanta grandezza è un impianto urbanistico di oltre 20 kmq con 10 grandi aree recintate che racchiudono, ciascuna, rovine di palazzi, templi, strade, necropoli,abitazioni e cisterne per l'acqua. Tutto è costruito in mattoni di fango e dal terreno emergono mozziconi di mura ornate di altorilievi (anch’essi di fango) raffiguranti uccelli, pesci,polpi, nutrie marine, aragoste,scimmie, esseri fantastici, figure geometriche. L'insieme della decorazione murale crea uno straordinario "effetto tessuto" che doveva essere perfetto quando queste superfici erano coperte da brillanti colori che ancora oggi s'intravedono sulle superfici corrose. L'estensione delle rovine e gli altorilievi riprodotti con stampi ricavati dagli originali, danno l'idea della imponenza e magnificenza dell'antica Chan Chan. Questo era il paese dell'oro e qui attinsero a piene mani prima gli Incas, poi gli spagnoli e infine gli uaqueros (predatori di tombe), che ogni notte tornano a cercare un mitico, gigantesco, pesce d'oro massiccio che la leggenda dice sia nascosto tra le rovine. Ma non sono solo i tombaroli a scavare tra i ruderi; continuano a farlo anche gli archeologi per cercare di dare risposta ai numerosi quesiti ancora insoluti, primo fra tutti quello che riguarda la fine della città. Si sa che una settantina di anni prima dell'arrivo degli spagnoli, la città fu sottomessa dagli Incas, ma non si capisce realmente che cosa abbia messo in crisi un impero tanto esteso e potente. L'acqua fu un problema costante per i Chimù, che ad essa dedicarono tutte le loro energie sia fisiche che spirituali. Le testimonianze di tanti sforzi sono ancora oggi visibili oltre che nei resti dei grandi acquedotti, anche nelle strutture templari le cui decorazioni ne indicano chiaramente la funzione: invocare la pioggia. Il caso più spettacolare di questi edifici dedicati alle divinità dispensatrici di pioggia è la Huasca del Arco Iris o tempio del Dragon. L'edificio si trova a lato della strada Panamericana, quattro km a nord di Trujillo e si presenta come una bassa piramide irregolare e terrazzata, circondata da una muraglia quadrangolare di 56 mt. di lato. L'intera struttura in mattoni di fango, con le superfici esterne del muro di recinzione e quelle dell'edificio centrale completamente coperte di altorilievi, è stata completamente ristrutturata ed oggi si presenta con la sua maestosa bellezza. Che tipo di riti avessero luogo nel tempio lo ha rivelato drammaticamente il ritrovamento di numerosissime ossa di bambini che, con tutta evidenza, venivano sacrificati per invocare la pioggia. All'estremità opposta della periferia di delle due imponenti piramidi di fango costruite dai Mochica che popolavano queste zone ben prima dei Chimù. Le piramidi sono ridotte a cumuli informi di detriti ma rappresentano un'importante testimonianza della civiltà Moche, che si concluse intorno al 700 e che produsse tra l'altro, le straordinarie ceramiche presenti in tutti i musei peruviani.
PENISOLA DI PARACAS, A sud di Lima, la costa è una striscia desertica interrotta da ripide pareti di roccia che scendono a picco sull'Oceano. La penisola di Paracas, uno dei luoghi più belli di tutto il Perù, a 245 km da Lima, e ad un'altezza di soli 5 mt s.l.m. L'intera area è Parco Nazionale e offre spettacolari visioni aesaggistiche tra caverne e scogliere a strapiombo, mentre branchi di foche si possono avvistare tra le scogliere delle isole Ballestas, facilmente raggiungibili in barca. Il costone sabbioso della penisola offre lo spettacolo del grande Candelabro, alto 50 mt, disegnato sulla sabbia. Fino a qualche tempo fa era considerato un' opera da mettere in relazione con le più famose linee di Nazca, ma oggi diversi studiosi sospettano che sia stato realizzato dopo la Conquista. Interessantissima è la visita della necropoli delle antiche popolazioni di Paracas e del Museo Archeologico che ospita una raccolta di antichi tessuti considerati tra i più belli mai realizzati dall'uomo.
AMAZZONIA, L'immensa selva amazzonica occupa più della metà della superficie dell'intero Paese e i mezzi di comunicazione sono rappresentati quasi esclusivamente dall'aereo e dalla navigazione sui grandi fiumi. Iquitos è certamente la "capitale" di questo mondo coperto di foreste. La città si trova sulla riva del Rio delle Amazzoni, ed è il punto ideale di partenza per chiunque voglia avventurarsi nella foresta. Fondata poco più di cento anni fa, ebbe un periodo di vera gloria e ricchezza derivante dalla raccolta del caucciù. Molto più a sud, all'estremo confine del dipartimento di Madre de Dios, Puerto Maldonado è la porta d'accesso alla selva più remota e inespolarata del Perù. La cittadina, che ospita meno di 10.000 abitanti, ricorda col suo nome la tragica avventura di 250 uomini comandati da Juana Maldonado che si addentrarono in questa regione alla ricerca di favolosi tesori. Le due località sono buoni punti di partenza per escursioni organizzate ai margini della foresta inesplorata, per vivere più da vicino il gusto di un'avventura in un mondo molto differente da quello in cui viviamo.